La malattia da coronavirus del 2019, (Covid-19) è emersa come una minaccia per la salute globale con 295 milioni di casi e più di 5 milioni di morti in tutto il mondo. I sintomi clinici di Covid-19 includono febbre (99% dei casi), brividi, tosse secca (59%), produzione di espettorato (27%), affaticamento (70%), letargia, dolori articolari e muscolari (35%), cefalea e dispnea (31%), nausea e vomito (40%), diarrea (2%). All’estremo ci sono pazienti che arrivano a sperimentare un drammatico aumento di livello dei mediatori dell’infiammazione, in una condizione nota come “tempesta citochinica”, che può portare allo sviluppo della sindrome da distress respiratorio acuto, shock settico, acidosi metabolica, disfunzione della coagulazione e persino alla morte. ACE2 è il maggior recettore coinvolto nell’invasione virale delle cellule ospiti, mentre Mpro è la principale proteasi virale coinvolta nelle replicazione del virus.
Non esiste a oggi ancora un piano di trattamento chiaro e unificato per Covid-19, anche se si stanno provando vari approcci, tra cui, finalmente, delle terapie domiciliari che hanno portato a dei risultati clinici sperimentali interessanti, ancora però limitate e poco sponsorizzate a livello istituzionale. Queste classi di farmaci sono per lo più cortisonici, antibiotici, antimalarici ed antivirali utilizzati a descrizione del medico, in varie combinazioni per il trattamento della Covid-19 e le sue complicanze infiammatorie.
Gli oli essenziali delle piante, costituiti da un fitocomplesso di sostanze fitochimiche volatili, sono già stati studiati in passato da numerosi ricercatori per le loro proprietà antinfiammatorie, antibatteriche, antimicotiche, antiossidanti ed antivirali.
La vaporizzazione per esempio di oli essenziali ottenuti da Citrus bergamia (bergamotto) ed Eucalyptus globulus (Eucalipto), grazie alla presenza di alcuni loro composti, ha mostrato una rapida azione antinfluenzale (IFV). La vaporizzazione degli oli essenziali è tra l’altro sicura per le cellule del tessuto epiteliale, che grazie alla loro natura lipofila, hanno la potenzialità di interporsi nel doppio strato lipidico del virus. Tenendo dunque in considerazione le diverse azioni antivirali di alcuni oli essenziali, sono state condotte a questo proposito delle ricerche per verificare l’efficacia di questi composti volatili e il loro possibile contributo nella prevenzione e nel trattamento della Covid-19.
EUCALYPTUS GLOBULUS
L’Eucalipto è un grande albero sempreverde della famiglia delle Mirtacee, originario dell’Australia, dove si trovano gli esemplari più alti che possono raggiungere anche i cento metri di altezza. Nel XIX secolo fu finalmente importato in Europa per diffondersi rapidamente in molti paesi del bacino Mediterraneo, ma anche in California, Messico, Sudamerica, Cina e Sudafrica.
I primi colonizzatori occidentali ne appresero le virtù curative dagli aborigeni, che pestando le foglie, preparavano cataplasmi per curare ferite, infusi per combattere febbre, malattie infettive, dissenteria e le bruciavano per fare fumigazioni in caso di malattie respiratorie. Era chiamato infatti “albero della febbre” per le sue proprietà febbrifughe e antisettiche ma anche perchè veniva piantato per bonificare i terreni paludosi, grazie al suo sistema di radici drenanti.

Eucalyptus globulus
Tra le 700 specie diverse esistenti di eucalipto, la più utilizzata dal punto di vista medicinale è senz’altro Eucalyptus globulus per l’alto contenuto di eucaliptolo (1,8-cineolo). L’olio essenziale di E.globulus viene tradizionalmente usato per trattare vari disturbi respiratori tra cui faringite, bronchite e sinusite grazie a una sua azione mucolitica, espettorante e decongestionante. Sono stati segnalati diversi studi in vitro sull’attività antivirale dell’olio essenziale di eucalipto e del suo componente principale 1,8-cineolo contro il virus dell’influenza A. In studi clinici l’inalazione di cineolo ha esercitato effetti antinfiammatori ed analgesici, bloccando il rilascio di citochine. I dati ottenuti hanno dimostrato che questa molecola è in grado di inibire la replicazione virale.
Vari studi in vitro ed ex vivo dimostrano una marcata proprietà immunomodulante dell’olio essenziale di eucalipto, in grado di ridurre il rilascio di citochine pro-infiammatorie. (Juergens et al. 2020; Sadlon and Lamson 2010).
Tutti questi diversi studi puntano verso un promettente potenziale terapeutico che risiede nell’olio essenziale di eucalipto a chemiotipo 1,8-cineolo per la prevenzione e trattamento complementare della Covid-19. Sono pertanto necessari ulteriori urgenti studi giustificati in tal senso.
CINNAMOMUM ZEYLANICUM
La Cannella era considerata una pianta calda e secca per le Medicine Tradizionali, utile da sempre nelle problematiche da Freddo, è in grado di essiccare il catarro che si va a depositare all’altezza della testa e dissolvere e fluidificare l’umidità viscosa, eliminando possibili ristagni. Rientra tra gli oli essenziali a maggiore azione antimicrobica, quelli che il medico Paul Belaiche chiamò “essenze maggiori”, come l’espressione di massima attività antimicrobica.

Cinnamomum zeylanicum
Un importante studio (Kulkarni et al. 2020). ha valutato l’efficacia di una varietà di oli essenziali presenti in diverse famiglie di piante per bloccare il dominio di legame al recettore della proteina spike di SARS-CoV 2. La proteina S1 è nota per essere coinvolta nell’interazione con i recettori ACE2 dell’ospite.
Tra i composti volatili di oli essenziali valutati anetolo, cinnamaldeide, carvacrolo, geraniolo, cinnamil acetato, terpinen-4-olo, timolo e pulegone, è stato scoperto che la cinnamaldeide dell’olio essenziale di Cinnamomum Zeylanicum ha potenziali proprietà più favorevoli rispetto agli altri composti. Nell’insieme si propone che la cinnamaldeide può bloccare l’attaccamento di SARS-CoV 2. Tuttavia sono necessari ulteriori studi in vitro e in vivo per stabilirne l’efficacia.
ULTERIORI STUDI
Altri componenti principali di oli essenziali come eugenolo, mentolo e carvacrolo sono stati osservati per verificarne l’efficacia anti SARS-CoV-2. Uno studio condotto (Kimar) ha valutato il potenziale vincolante di carvacrolo, un composto fenolico presente nell’olio essenziale di timo ed origano, contro la proteasi principale Mpro del virus, quindi in grado di poter fermare la replicazione virale.
Il mentolo, composto principale estratto dall’olio essenziale di Mentha piperita, usata già da secoli nella Medicina Tradizionale Cinese per il trattamento delle malattie respiratorie, è stato segnalato per fornire sollievo sintomatico in caso di congestione nasale associata a rinite e alla sensazione di dispnea nella malattia polmonare ostruttiva cronica (BCPO). Il mentolo ha dimostrato inoltre proprietà gastroprotettive, antinfiammatorie e immunomudulatrici, grazie alla riduzione significativa dei livelli di citochine pro-infiammatorie.

Mentha piperita
L’eugenolo, composto principale estratto da alcuni oli essenziali, in particolare da quello di Garofano chiodi e di Cannella, ha dimostrato di avere attività antivirali nelle infezioni da herpes simplex virus (HSV). Inoltre ha proprietà antinfiammatorie, dimostrando di proteggere anche i polmoni e regolare l’espressione delle citochine pro-infiammatorie.

Eugenia caryophillata
In sintesi, i dati su alcuni modelli danno un indizio importante sul potenziale ruolo di composti fitochimici degli oli essenziali eugenolo, mentolo e carvacrolo nel trattamento di Covid-19 ma sono necessari ulteriori studi per valutarne l’efficacia.
Gli oli essenziali sono comunque noti già da tempo per avere proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, immunomodulanti, e antivirali e vengono oggi proposti da diversi autori anche come trattamento complementare contro SARS-CoV-2.
A.F
Bibliografia:
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32803479/