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“E se si scompone il nostro corpo si trova soltanto acqua e qualche dozzina di piccoli ammassi di elementi che vi nuotano dentro.”

Questa citazione dello scrittore Robert Musil, presa dal romanzo “L’uomo senza qualità”, esprime la crisi e il grosso cambiamento che ha attraversato l’uomo del ‘900 e lo descrive come ormai un insieme di qualità oggettive e impersonali, un prototipo di conformazione esteriore e mondana, dove ad essere perduta e scomparsa risulta la specifica unicità che rendeva singolare ogni individuo.

Infatti per esempio, agli inizi del ‘900, solo determinati elementi chimici costituenti la massa plastica corporea erano considerati essenziali, tutto il resto veniva definito inquinante.

Fu Gabriel Bertrand, farmacologo e biochimico francese, che per primo nel 1894 dimostrò il ruolo fondamentale degli elementi traccia, che fino ad allora era ancora sconosciuto o addirittura insignificante. Bertrand in aperta polemica con l’opinione dell’epoca affermò: “l’organismo appare come una sorta di oligarchia nella quale enormi masse di elementi passivi sono dominati da un piccolo numero di elementi catalizzatori”. Questi elementi presenti in dose infinitesimale nell’organismo furono così definiti oligoelementi, dei veri e propri biocatalizzatori di reazioni chimiche, nella biologia vegetale ed animale.

Gabriel Bertrand

      Gabriel Bertrand

Il nome Oligoterapia deriva dal greco oligos, che significa poco, termine che non rende forse giustizia al ruolo importante che essi svolgono nel nostro organismo. Gli oligoelementi presenti in natura, sono indispensabili per la vita cellulare e hanno una concentrazione inferiore allo 0,01% del peso corporeo totale. Costituiscono circa l’1% degli atomi del corpo umano ed i più abbondanti sono: il Ferro, il Fluoro, il Silicio, lo Zinco ed il Rame. La maggior parte di essi ha comunque una concentrazione totale inferiore a 10 mg. ed  agendo in concentrazione molto bassa, si rendono protagonisti delle reazioni enzimatiche, attivando vitamine e ormoni e catalizzando le reazioni chimiche di tutte le cellule presenti nell’organismo, circa 300.000 reazioni al secondo per cellula.

Al medico francese Jacques Mènètrier, negli anni ’30 del ‘900,  viene attribuito di aver elaborato un metodo terapeutico basato sulla somministrazione di oligoelementi specifici e sulle possibilità di modulare il ‘terreno’ del paziente e dunque anche le sue tendenze morbose. Egli studiò l’enzimologia sulla tubercolosi, tenendo conto della costituzione, notando per esempio l’iperattività del soggetto e la mancanza di oligoelementi come manganese e rame. In base alla sua osservazione clinica, Ménétrier individuò 4 grandi tendenze morbose generali che definì ‘diatesi’.

      Jacques Mènètrier

Il terreno reattivo o diatesi rappresenta una predisposizione congenita e o acquisita di una determinata persona di ammalarsi. Per scegliere correttamente gli oligoelementi più adatti per favorire i meccanismi difensivi dell’organismo è necessario dunque individuare la diatesi dominante nel soggetto in esame. Mènètrier introdusse così l’uso sistemico degli oligoelementi in terapia, definendola oligoterapia catalitica, che ha come indicazione elettiva il trattamento del disturbo funzionale e non quello dell’ultimo stadio lesionale della malattia. E’ per questo motivo che venne introdotto il termine Medicina Funzionale, per indicare il metodo clinico-terapeutico per lo studio e il trattamento di tali disturbi.

Ancora oggi l’Oligoterapia Catalitica, seppur a molti può sembrare una metodica terapeutica sconosciuta o in stato di abbandono, rappresenta invece un’arma importante di Medicina Complementare adoperata soprattutto da medici omeopati, farmacisti, erboristi e naturopati, quelle figure sanitarie o meno che non hanno perso la visione d’insieme dell’essere umano, che lo rende unico e singolare nel suo genere.

A.F.

Bibliografia: “Bruno Brigo – Oligoterapia Catalitica”