La Propoli è una miscela di sostanze utilizzate dalle api per difendere l’alveare. Questo tipo di protezione riempendo le cavità delle pareti dell’alveare, riduce l’ingresso durante le stagioni fredde, impedendone così il decadimento e mummificando gli intrusi; è dunque evidente perchè viene chiamata anche volgarmente Colla d’api.
Nonostante le discussioni sulle origini della parola Propoli siano in corso fin dall’antichità, la sua etimologia pròpolis dovrebbe essere greca e composta da pro e pòlis, ovvero davanti alla città. Tale termine, in senso figurato, assume il significato di “difensore della città; infatti Greci e Romani già sapevano che le api raccolgono resina dalle cortecce e dalle gemme degli alberi.
Al giorno d’oggi con lo sviluppo di tecniche analitiche, la composizione approssimativa della propoli ed i fattori che la influenzano sono ben noti. Le api raccolgono resine da gemme, essudati ed altri parti di piante, le mescolano con la loro stessa saliva, enzimi e cera d’api per creare la Propoli. Nei vari continenti e nelle varie regioni, le specie vegetali utilizzate per produrla rendono la sua composizione diversa l’una dall’altra, che dipende anche dal tempo di raccolta.
Sebbene siano stati identificati più di 300 costituenti, sono i flavonoidi ad avere attività biologica principale. Si è visto che nella propoli polacca, il contenuto di composti flavonoidi variava dal 6,2 al 18,8%. Tra questi, le quantità più elevate erano pinocembrina (media 4,7%), pinobenchin (media 3,1%), galangina (media 2,2%) e crisina (media 2,1%). Inoltre nella Propoli sono compresi anche altri composti fenolici e terpeni, che sono tra l’altro responsabili della sua caratteristica fragranza. Sono presenti micro e macronutrienti, minerali ed oligoelementi (Mn, Fe, Si, Mg, Zn, Se, Ca, K, Na, Cu) e si possono trovare anche vitamine come B1, B2, B6, C ed E.
La diversità della composizione chimica conferisce alla Propoli un ulteriore vantaggio come agente antibatterico grazie alla combinazione di molti suoi principi attivi e la loro presenza in varie proporzioni, prevenendo così il verificarsi del fenomeno dell’antibiotico-resistenza. L’attività antibatterica della Propoli va considerata su due livelli; è connessa con l’azione diretta sul microrganismo patogeno e sia con la stimolazione del sistema immunitario, che ne deriva l’attivazione delle difese naturali dell’organismo.
In generale si può osservare che l’attività antimicrobica della Propoli è maggiore nei confronti dei Batteri Gram-positivi rispetto ai Gram-negativi. Si è però visto che l’apigenina isolata, un flavonoide naturale presente nella Propoli ed in varie specie soprattutto vegetali, agirebbe anche contro diversi batteri Gram-negativi: P.aeruginosa, K.pneumoniae, Salmonella enterica, Proteus mirabilis ed Enterobacter aereogenes. Da uno studio cileno condotto da Veloz et al. è stato scoperto che l’attività antibatterica dei flavonoidi apigenina e pinocembrina contro lo Streptococcus mutans è superiore all’attività della clorexidina. Diversi altri studi hanno anche dimostrato l’attività antibatterica della pinocembrina isolata contro S.mutans, S.sobrinus, S.aureus, E.faecalis, L.monocytogenes, Pseudomonas aeruginosa e K. pneumoniae.
Recentemente dunque la valutazione dell’attività antibatterica degli estratti di propoli si è basata solo sul contenuto di fenoli e flavonoidi totali, anche se si suppone che è la combinazione e la sinergia dei vari composti bioattivi ad intensificarne l’effetto. La sua composizione chimica finale è inoltre diversa in base ai vari paesi di provenienza; questo aspetto esprime una certa ricchezza e definisce la Propoli delle api come un potente agente terapeutico con proprietà antimicrobiche ad ampio spettro, attivo sia sui Gram-positivi che contro determinati Gram-negativi.
A.F.
Bibliografia: