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Da quasi un secolo a questa parte, in tema di salute e comportamenti atti alla prevenzione e alla cura della stessa, esiste una visione medico-centrista che di fatto espropria l’individuo della capacità e del diritto di gestire in prima persona il proprio benessere fisico-psichico e nonostante il sapere scientifico si sia negli anni arricchito di nozioni e conoscenze, il paziente viene sempre visto come malato, ovvero colui che deve recuperare la salute, rivestendo pertanto un ruolo passivo e subalterno.

Conseguentemente il medico resta tutt’oggi, di fatto, astratto dalla realtà e in definitiva una sorta di delegato delle strutture di potere, per cui l’utente non può far altro che fidarsi e affidarsi a questa figura dando per scontato che solo i tecnici possano comprendere e trattare la salute e la malattia, sebbene è doveroso precisare che il fai da te molto in voga negli ultimi anni e incentivato dalle vendite on line di integratori salutistici, è da ritenersi in questo campo sicuramente sconsigliato e deprecabile.

Ciò premesso è impossibile raffrontarsi con la malattia e poterla curare se non si tiene conto anzitutto del rapporto individuo – ambiente e anche della concezione olistica per la quale ogni organo fisico deve essere trattato come una parte dell’intero corpo umano. In questo contesto diviene allora possibile essere e divenire il medico di sé stessi in quanto l’oggetto di studio e di cura non è più esclusivamente la parte malata e solo l’individuo interessato può conoscere con esattezza la sua situazione storica e sociale nell’ambito della quale nasce il suo malessere, senza sottovalutare naturalmente, l’apporto e la competenza del medico in quanto non è il sapere scientifico ad essere incriminato, ma solo il potere che da esso ne deriva.

Curarsi da soli implica quindi avvertire sé stessi come organismi completi in armonia con il proprio corpo, la propria mente e l‘ambiente considerando che la medicina deve essere soprattutto preventiva più che curativa e di recupero, una sorta di medicina della longevità che si basa principalmente su di un’appropriata alimentazione, considerando del resto che un vero medico responsabile non prescriverà mai medicine se non affiancando una dieta sana, equilibrata e personalizzata, ricorrendo a soluzioni farmacologiche e chirurgiche solo se veramente necessario. Tutto questo significa mettersi con responsabilità al timone della propria vita salutistica, divenendo soggetti attivi e non più passivi per una medicina davvero umana che riporti al centro dell’esistenza l’uomo nella sua interezza.

R.A.

Bibliografia: “Noboru Muramoto – Il Medico di se stesso”