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Matricaria è un genere diffuso di piante da fiore della grande famiglia delle Asteraceae, che cresce nelle regioni temperate dell’Europa, Asia, America e Africa. Sono piante aromatiche annuali che crescono e si possono trovare principalmente su terreni ricchi di sostanze nutritive, oltre che sul ciglio della strada.

 Matricaria chamomilla

Alcune specie di questo genere, come le camomille, sono piante medicinali riconosciute e coltivate in diversi paesi per importanti scopi commerciali: alimentari, cosmoceutici e farmaceutici. La composizione fitochimica di Matricaria spp. include terpenoidi volatili come ad esempio a-bisabololo e camazulene, che si estraggono principalmente dalle sue infiorescenze tramite la distillazione in corrente di vapore per la produzione di un olio essenziale dal particolare colore blu. Altri componenti importanti di queste specie sono i lattoni sesquiterpenici come la matricina e i composti fenolici (flavonoidi, cumarine e acidi fenolici).

Il fitocomplesso dove è presente la maggioranza di questi costituenti chimici, è stato registrato principalmente in Matricaria chamomilla. La Camomilla tedesca più nota con i nomi popolari di Camomilla volgare o comune, richiede condizioni fresche e temperate per la sua crescita, sebbene sia una pianta resistente anche alla siccità, predilige inoltre un terreno ben drenato e sabbioso. Si raccolgono i capolini in estate, mentre sono in piena fioritura, per la commercializzazione in percentuale maggiore a scopo alimentare di tisane sfuse, in filtri ed aromi naturali. Per la produzione di un prodotto con standard qualitativi elevati è importante però rispettare alcuni parametri fondamentali: raccogliere nel tempo balsamico della pianta, asciugare subito dopo la raccolta ed essiccare i fiori a una temperatura ideale di 35-38°c, con un tempo necessario di 36-72 ore. Qualsiasi di questi punti se non viene rispettato, può comportare variazioni qualitative dei principi attivi, come la quantità di essenza o le variazioni del colore.

Laboratori Biokyma, Matricaria chamomilla extra fiori

Storicamente il termine Camomilla deve il suo nome al fatto di avere un profumo che ricorda, per certi versi, alcune varietà di mela; proviene infatti dal greco chamàimelon, termine composto da chamài, cioè piccolo e mèlon, ossia mela. Questa derivazione è conservata anche nel nome spagnolo manzanilla, da manzana, che significa appunto mela. Matricaria sembra avere invece origini latine, da Matrix, utero, termine che lascia intendere una sua principale applicazione come rimedio fitoterapico per i problemi della sfera femminile.

Il primo documento scritto sulla Camomilla lo ritroviamo nell’antico Egitto grazie al Papiro di Ebers (1550 a.C,), che rappresenta un’autorevole raccolta sull’uso delle piante per scopi medicinali, contenente oltre 800 ricette. Nel Papiro viene menzionato il ruolo importante che è stato donato alla Matricaria. I fiori schiacciati della Camomilla venivano usati nella preparazione di cosmetici, per dare sollievo alla pelle e prevenire dermatiti. Per gli antichi egizi questa pianta era utile non solo per la cura dei malati ma veniva anche presa in considerazione nei riti propiziatori e per imbalsamare i morti. Nella tomba di Ramses II sono state trovate tracce di polline di Matricaria; probabilmente fu inserita per dare la forza e la calma necessaria al faraone durante il suo lungo viaggio nell’aldilà.

               Il Papiro di Ebers

Le informazioni egizie sulla fitoterapia e sulla preparazione di farmaci vegetali hanno fatto da base per la nascita e lo sviluppo della farmacopea greco-romana. Ippocrate di Kos ( V secolo a.C.), universalmente riconosciuto come il padre della medicina moderna, aveva una profonda conoscenza delle erbe medicinali. Egli raccomandava la Camomilla per uso terapeutico in diverse malattie e disturbi, per la purificazione, la protezione e per combattere il raffreddore. Asclepiade di Bitinia ( I secolo a.C.), considerato il primo medico greco a fondare la medicina a Roma, fu anche lui un grande esperto di piante ed il suo rimedio preferito era per l’appunto la Camomilla. Dioscoride ( I secolo d.C.), medico militare e conoscitore farmaceutico dell’esercito di Nerone, chiama Anthemide, la Camomilla e ne riconosce tre specie che differiscono l’una dall’altra solamente nel fiore, scrive: […”l’Herba, i fiori & le radici hanno virtù di scaldare, & di disseccare.”], [“Bevuta la loro decottione, provoca i mestrui, il parto, l’orina, & le pietre delle reni…giova al trabocco di bile, & ai difetti di fegato.”]. Il decotto di Camomilla, secondo Dioscoride, era dunque utile soprattutto per favorire il ciclo mestruale e il parto, espellere i calcoli renali e biliari, per i disturbi gastrointestinali, ittero e malattie del fegato. E ancora: […”Tutte (specie) applicate sanano le fistole de gli occhi. Masticate sanano l’ulcere della bocca…Tritansi in polvere per cacciar via le febbri periodiche.”]. Lascia inoltre intendere che si utilizzavano anche applicazioni topiche della pianta come antiflogistico per curare ferite, punture, ustioni e ulcere. Si consigliava anche per le febbri ricorrenti.

     Ippocrate di Kos

Plinio il Vecchio, contemporaneo di Dioscoride, nella sua opera Naturalis Historia descrive anche lui molte applicazioni per la Camomilla; tutte le parti della pianta erano utilizzate come antidoto contro i morsi di serpente, era usata come diuretico e per sciogliere i calcoli vescicali, per il trattamento delle flatulenze e per le affezioni del fegato. Segnala anche lui le applicazioni locali per il trattamento delle fistole dell’occhio, polverizzando la pianta, sempre a livello topico, si potevano curare le piaghe suppurative. Conferma e riferisce l’utilità della Camomilla nei problemi della sfera femminile, è emmenagoga e favorente l’espulsione del feto morto. Galeno ( II secolo d.C.), medico romano che portò nuovi elementi influenzando la dottrina ippocratica umorale fino al Rinascimento, scrisse della Camomilla sul libro delle Facoltà dei Semplici: [“Et però ha ella il principato di giovare nelle labituidini, più che ogni altra cosa. Mitiga, & leva i dolori, risolve i tumori, mollifica le mediocri durezze, & rarifica le costipazioni.”]; descrive molto probabilmente le sue proprietà spasmolitiche, in grado di alleviare i dolori, le tensioni e contrastare la stipsi. E ancora: [“Et però da i sapientissimi d’Egitto è stata consacrata la Camomilla al Sole, & riputata unico rimedio di tutte le febbri. Ma veramente errano costoro in questo: perciò che non può sanare ella se non quelle febbri, che ho detto…”]; qui Galeno menziona l’importanza che gli Egizi diedero in passato alla pianta, sbagliando però secondo lui a considerarla come unico rimedio universale per tutte le tipologie di febbre.

           Plinio il Vecchio

 

 

   Naturalis Historia

 

 

 

 

 

 

 

 

Tra greci e romani e successivamente arabi, che annessero l’uso terapeutico della Camomilla, si fece largo ampiamente l’utilizzo di questa pianta nella pratica clinica e si considerò da quel momento soprattutto la sua forte azione abortiva e le proprietà in grado di accelerare la comparsa delle mestruazioni. Nell’età dell’oro islamica, il medico persiano Avicenna (980 – 1037 d.C.), il quale rappresentò il punto di partenza della medicina Unani, un sistema tradizionale di guarigione e mantenimento della salute, prese spunto dalla dottrina umorale ippocratica e scrisse nel suo famoso testo il Canone della Medicina di alcune erbe medicinali, tra le quali figurava anche la Camomilla. Egli la usava soprattutto per curare il mal di testa, l’edema, la congiuntivite, l’ittero, la febbre cronica, la litiasi, l’amenorrea, il mal di denti, le tensioni muscolari e le ulcere aftose.

           Avicenna

Nel corso del tempo, tutti questi diversi antichi manoscritti rappresentarono una parte importante della lunga storia della Materia medica sull’utilizzo delle piante medicinali, influenzandone fortemente ai giorni d’oggi gli usi tradizionali in erboristeria. Abbiamo visto come la Camomilla fosse per gli antichi un rimedio probabilmente universale, grazie alle molteplici opportunità d’intervento e riequilibrio di funzioni organiche che ci dona il suo fantastico fitocomplesso, lontano dai moderni canoni semplicistici, che per interessi e scopi commerciali, oltre offrire un prodotto finale scadente al consumatore, in maniera riduzionistica può confonderlo sul corretto utilizzo di questa pianta. Ora finalmente siete venuti a conoscenza del perchè se entrate in erboristeria non dovreste chiedere la Camomilla per conciliare il sonno; le proprietà ipnoinducenti e sedative non sono state minimamente citate e prese in considerazione nel passato, dunque se non riusciste a dormire, noi vi abbiamo comunque avvisato.

A.F.